Ieri sera, 9 dicembre, ho partecipato con piacere ad una serata tenuta dal dott. Roberto Morello a San Vito al Tagliamento in cui il titolo era “I nostri figli nel mondo di internet: siamo guide o spettatori impotenti?”. Per chi mi segue su FB e qui sul Blog avrà letto che negli ultimi mesi sto approfondendo questo tema poiché, lavorando con i ragazzi, spesso mi sono imbattuta in problematiche legate al cattivo uso di smartphone, pc e internet in genere. Una constatazione che ho anche fatto e che mi è stata confermata anche ieri sera è che una bassa percentuale di genitori è a conoscenza dei pericoli che la rete comporta – circa 8 genitori su 10 ritiene che internet sia sicuro.
“Con lo smartphone si possono fare tutti i tipi di reato, tranne uccidere fisicamente qualcuno ma, comunque, esiste anche il reato di istigazione al suicidio” (R.Morello)
Questa frase mi ha colpito. Mi ha colpito perché non credevo che un oggetto così bello e accattivante in realtà potesse essere così pericoloso. Ma i pericoli non riguardano tanto gli adulti quanto i minori. Gli adulti che hanno un profilo Facebook, infatti, solitamente condividono ciò che realmente fanno o amano mentre accade che gli adolescenti (e a volte purtroppo anche dei bambini) creino dei falsi profili spacciandosi per qualcun altro, inseguendo una vita parallela che non è reale. Qual è il problema? Che spesso finiscono per credere e immedesimarsi nella vita digitale, parallela, perché più soddisfacente. Lì si possono avere molti più amici, si può “comunicare” con persone sconosciute anche da molto lontano, si può fingere di avere un’altra età e di vivere in una grande metropoli. Tutto sembra essere migliore se io lo posso inventare, salvo poi rimanerne intrappolati.
La soluzione non è mai NEGARE, perciò non pensiate che chiudere smartphone e pc in un armadio a chiave sia la soluzione! Questo non sarebbe in linea con il progresso tecnologico che oramai è inarrestabile, ma è giusto rendere i ragazzi consapevoli sia delle potenzialità che dei rischi della rete, dando loro qualche buona regola che anche noi adulti dovremmo rispettare.
Alcune regole valide sempre, in ogni social network e in ogni sito o applicazione in rete:
- Non si offende in rete
- Non si accetta niente da sconosciuti in rete
- Non si condividono le password
- Non si usano i telefonini a scuola
- Non ci si spoglia in rete
- Non si passano i propri dati in rete.
Perché tutto ciò che sul web scriviamo e pubblichiamo rimarrà lì per sempre. È impossibile cancellarlo e si diffonde. Questo i ragazzi lo devono sapere ed è importante che comprendano le conseguenze delle loro azioni via web.
Inoltre l’ultima regola, la più saggia dal mio punto di vista è
“Ciò che non vuoi che sia fatto a te non farlo agli altri”.
Esistono infatti molti, troppi fatti di cronaca di ragazzini e ragazzine che attuano pratiche autolesionistiche o, nei casi più gravi tentano il suicidio (e purtroppo a volte ci riescono), perchè vittime di cyberbullismo e perché non ce la fanno più a reggere il peso della vergogna di vedere pubblicate e sparse nel web le proprie immagini. E’ importante sapere quindi quali sono i rischi che si corrono in rete e quali anche le buone regole per il loro uso consapevole.
In questo breve articolo ho voluto riassumere alcuni punti toccati ieri sera da Roberto Morello, consulente della Polizia Postale, esperto in informatica giudiziaria e presidente di Bimbi in rete. Lo scopo non è spaventare ma far comprendere sempre di più l’importanza per i genitori di essere informati dei cambiamenti che la società sta attraversando in modo da essere attrezzati per educare al meglio i ragazzi.
Data l’importanza che per me, e credo anche per molti genitori responsabili, ricopre questo tema, ritengo utile con i primi mesi del nuovo anno, creare a Codroipo 5/6 serate ad hoc sul tema di internet (pericoli, risorse e rischi) assieme ad un educatore e tecnico informatico. Assieme vorremmo dare a genitori ed interessati delle informazioni chiare, aggiornate a stampo sia psicologico sia più tecnico per poter educare al meglio i vostri figli. Se siete interessati inviate pure una mail con delle richieste di informazione a elerinaldi.psi@gmail.com o compilate il form sottostante
[si-contact-form form=’6′]