Ciò che spesso ci fa soffrire sono le convinzioni e i pensieri che nutriamo su noi stessi, sugli altri che ci circondano e sulla vita in generale. Ci sentiamo controllati e a volte ingabbiati da restrizioni che, se dovessimo mollare, ci porterebbero a provare senso di colpa ed inadeguatezza. A lungo andare tutto ciò può diventare intollerabile e portare a disagi e disturbi di carattere psicologico come ansia, depressione e pensieri intrusivi e critici.
Vi vorrei dare qui alcuni spunti e domande per invitarvi a riflettere.
Sapete come si catturano le scimmie in Indonesia? Si mette un’arancia in una grossa zucca; la scimmia ci infila la zampa, prende il frutto, ma non riesce più a tirar fuori la zampa. E, dal momento che non vuole mollare l’arancia, rimane lì incastrata e viene catturata.
Vi invito ora a pensare: qual è la vostra “arancia”? Cos’è che non riuscite a mollare? Forse un risentimento…un rimpianto…una preoccupazione…una convinzione…o un episodio del passato che vi ha fatto soffrire. Prima di proseguire nella lettura, prendetevi del tempo per riflettere su quali sono le situazioni che non riuscite a lasciar andare.
Se state incontrando difficoltà, vi propongo un acronimo tratto da un seminario proposto negli Stati Uniti che può essere utile: FOG. “Fog” in inglese significa nebbia ma le 3 lettere prese singolarmente dovrebbero aiutarci a fare chiarezza!
- F come fear, PAURA: quali sono le paure reali o immaginarie che vi impediscono di lasciar andare ciò che vi fa soffrire? Da cosa vi stanno proteggendo? Il fatto che una paura venga conservata, seppure in modo del tutto involontario, ha un senso ed un vantaggio per la persona. Le evita di affrontare ciò che più teme: di assumere dei rischi? Di affrontare una situazione? Di parlare con qualcuno di questioni spinose o dolorose? Di….?
- O come obligations, OBBLIGHI: avete dei doveri verso i quali sentite che non potete mollare la presa. Chi vi ha imposto questi obblighi? Vi capita spesso di dire “Devo….”, “Sono obbligato a…”? Riflettete: quali sono i vostri veri obblighi? E ora: quali sono gli obblighi che vi pesano e dei quali potreste liberarvi?
- G come guilt, COLPA: perché vivere con le paure e accettare gli obblighi che ci appesantiscono? Perché, se mollate la presa su queste cose, probabilmente vi sentireste colpevoli. Colpevoli di non poter accontentare tutti; colpevoli di decidere cose diverse da quelle che i vostri genitori hanno deciso per voi; colpevoli di causare dispiacere a qualcuno.
Riflettete su questi punti, comprendendo come mollare la presa sulle paure, gli obblighi e i sensi di colpa implica un grande beneficio: la possibilità di raggiungere una maggiore serenità, diminuendo anche lo stress, l’ansia e lo sconforto.
In questo breve articolo vi ho proposto degli spunti di riflessione per comprendere in che modo spesso ci blocchiamo dall’essere sereni con noi stessi e con gli altri nella vita quotidiana. Ovviamente, attraverso un lavoro più approfondito assieme ad uno psicologo, è possibile essere aiutati passo passo in modo puntuale nel liberarsi da queste che possono essere vissute come vere catene.
Se desiderate maggiori esercizi e spunti di riflessione su questo tema vi consiglio “Quaderno d’esercizi per mollare la presa” di Poletti & Dobbs (Vallardi editore).
Dott.ssa Eleonora Rinaldi – psicologa