Ritrovo nella mia esperienza che molte persone che giungono al primo colloquio sono tese, preoccupate e in ansia poiché non sanno cosa aspettarsi.
Ci sono molti miti sulla figura dello psicologo che ho cercato di chiarire in questo articolo (I falsi miti che circondano la figura dello psicologo) e oggi vorrei dare qualche indicazione su come lavora uno psicologo (o come intendo io questa professione) e su cosa aspettarsi, partendo da alcuni quesiti.
COME FACCIO A SAPERE SE QUESTO PROFESSIONISTA MI POTRA’ AIUTARE?
Si può richiedere l’aiuto di uno psicologo per molte ragioni, ad esempio per problematiche legate all’ansia o ad aspetti depressivi, per difficile gestione delle emozioni come la rabbia o la paura, per problematiche relazionali nella coppia o con i figli, oppure vi è l’area minori in cui lo psicologo può intervenire per fornire un aiuto a bambini e adolescenti. Per sapere se lo psicologo vi potrà essere utile per il vostro problema sarà sufficiente contattarlo/a e durante il primo colloquio, dopo la raccolta delle informazioni e l’ascolto del problema, sarà suo compito affermare se sarà lui/lei a prendervi in carico oppure fornirvi le indicazioni per un eventuale invio ad un collega o altro professionista con formazione specifica. Questa, infatti, è una regola etica a cui lo psicologo aderisce poiché inserita nel codice deontologico.
COSA DEVO RACCONTARE AL PRIMO COLLOQUIO?
A volte si giunge al primo colloquio con la consapevolezza di quale sia il problema, altre volte vi è solo una sensazione generale di malessere che la persona sente da svariato tempo. Questo è il punto da cui si può partire ovvero “cosa c’è che non sta funzionando in questo momento nella vostra vita?”. Sarà poi lo psicologo che, attraverso delle domande, raccoglierà le informazioni che gli/le saranno utili per comprendere il vostro problema. Le domande non saranno mai invadenti e se desiderate rimandare di raccontare certi aspetti della vostra vita è assolutamente vostro diritto farlo.
MI VALUTERA’ MENTRE PARLO?
Questo è un altro spauracchio legato alla figura dello psicologo, ovvero che elabora diagnosi e valutazioni (giudizi, etichette) mentre la persona parla.
E’ importante sapere che l’aspetto più importante è che la persona senta di non essere in un ambiente giudicante ma favorevole all’apertura di sé, perciò le valutazioni non contribuirebbero alla creazione di questo clima. È possibile l’utilizzo di qualche questionario o test (solitamente non al primo colloquio) ma è vostro diritto chiedere come mai il professionista decide di somministrarlo. Spesso è per avere un quadro più completo per comprendere come lavorare al meglio con quella specifica persona.
COME FUNZIONA UN PERCORSO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO O DI PSICOTERAPIA?
Sostanzialmente ogni approccio psicologico prevede modelli e tecniche di intervento diverse. I principali approcci sono
- la psicoanalisi e le terapie dinamiche,
- la terapia cognitivo comportamentale,
- la terapia sistemica,
- la terapia della gestalt,
- la terapia analitico-transazionale.
Ognuna richiede formazioni specifiche. Quella che io e la collega utilizziamo all’interno del nostro studio di Codroipo è l’Analisi Transazionale. È un approccio contrattuale, ovvero che prevede la condivisione di un contratto (obiettivo) di terapia. Cosa desidera raggiungere la persona? Quale consapevolezza? Quale cambiamento? Tale obiettivo
viene concordato entro i primi colloqui, dopo aver analizzato il problema e sarà la persona a deciderlo supportato dal professionista. Non viene quindi richiesto che la persona ce l’abbia chiaro fin dall’inizio, anzi! Il contratto permette di lavorare in modo mirato, stimolando la persona a riflettere su quanto emerso anche durante il periodo tra una seduta e l’altra.
La particolarità di questo approccio risiede anche nella possibilità di poter offrire alla persona, quando necessario, informazioni teoriche usando proprio il modello analitico-transazionale, allo scopo di sostenere la persona ad una comprensione di sé e del suo funzionamento.
Spero con questo articolo di aver fornito qualche risposta ai dubbi che spesso accompagnano la scelta di contattare o meno uno psicologo e alle preoccupazioni legate al primo colloquio. Se avete altre domande non esitate a scrivere tra i commenti o tramite mail a elerinaldi.psi@gmail.com
Dott.ssa Eleonora Rinaldi – psicologa